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Come l'ANSA assolse Salvini (con rito abbreviatissimo)

Sulla propria homepage (ansa.it) l’ANSA stasera titolava, senza manifesti intenti satirici, “Il Senato assolve Salvini per il caso Diciotti”. Come se il Senato della Repubblica potesse sentenziare assoluzioni o condanne (ci mancherebbe ancora questo), con buona pace della separazione dei poteri. Intenzionale o meno che fosse il marchiano errore, destinato (alla stregua di altri, siffatti, non certo infrequenti nei titoli della stampa nazionale) a incidere subliminalmente sulla coscienza di un certo segmento dell’opinione pubblica particolarmente distratto, si e’ trattato nondimeno di un ennesimo. brutto esempio di come, attraverso i titoli,  si faccia  “informazione” qua da noialtri.

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Il famoso lockdown degli anziani in Italia (un divertissement)

Circola in questi giorni l'idea di mettere in lockdown solo gli anziani, per il bene loro e soprattutto del Paese. Essa è stata perorata fino all'ultimo da alcune Regioni sedute al tavolo di lavoro sul DPCM emergenziale recentemente emanato da Giuseppe Conte. Il tweet battuto in proposito dal presidente della Liguria Giovanni Toti, tweet disperatamente rettificato dallo stesso Toti nelle ore successive alla sua pubblicazione e imputato a un errore di un collaboratore, a me pare almeno intellettualmente onesto: esso, tra l'altro, definisce gli anziani "persone per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese (...)". Finché c’è il virus, insomma, i vecchi vengano costretti in casa. Chi lavora, invece, continui a produrre ricchezza come se la pandemia manco ci fosse (e, magari, tutti a farsi uno spritz prima di cena). Il tweet ha i meriti di essere terrificamente candido e di non abusare della retorica del "per il loro bene" che h...

Il triste caso Castaldo e lo stupro con i jeans

Il recente e triste caso Castaldo (“femminicidio” con “pena dimezzata causa tempesta emotiva”, per intenderci) mi ha fatto tornare alla mente un altro caso, ormai remoto, quello dello “stupro con i jeans”. Ancora oggi, a distanza di vent’anni,  viene da molti ricordato così come venne venduto (e come viene ancora oggi venduto, basti spulciare il web) dai titoloni di tutti i maggiori quotidiani - la Repubblica naturalmente per prima e a pieni polmoni - alla turba giustizialista e benpensante degli scagliatori di prime pietre: “Sentenza shock: stupro, assolto perché  lei portava i jeans”, et similia. Indignazione collettiva, femministe e (soprattutto) femministi in rivolta, condanne senza se e senza ma accompagnate da proclami roboanti di riforma della Giustizia da parte di politici di ogni ordine e grado, telegiornali e talk show invasi da deputate bipartisan finalmente unite nella comune lotta per riaffermare la lesa dignità della donna. Che la situazione fosse surreale era in...

Il musico dilettante Tomaso Albinoni, morto tre volte

Tomaso Albinoni nacque a Venezia nel 1671 e ivi, nel 1751, morì; e fu per lui la prima volta. In vita viaggiò pochissimo, e pochissimo si espose al pubblico: ambo le cose non erano nelle sue corde, e l'essere membro di una famiglia assai facoltosa non lo indusse a farle per forza. Nell'intestazione della sua opera prima (12 Sonate a tre, del 1694) si autodefinì infatti " musico di violino dilettante veneto ", laddove il termine "dilettante" designava, nell'accezione allora in voga, non già un cialtrone (come oggi si intenderebbe) bensì quanti facesse per puro diletto. Talentuoso nel canto, oltre che nello strumento, si dedicò soprattutto alla composizione. Così come sarebbe accaduto un secolo più tardi per Rossini, la conoscenza in prima persona della voce umana gli rese facile il riuscire eccellentemente nell'opera in musica, oltre che nelle cantate e nei lirismi di cui sono ricche le sue pagine strumentali. Per i teatri di Venezia scrisse almeno ...