Sulla propria homepage (ansa.it) l’ANSA stasera titolava, senza manifesti intenti satirici, “Il Senato assolve Salvini per il caso Diciotti”. Come se il Senato della Repubblica potesse sentenziare assoluzioni o condanne (ci mancherebbe ancora questo), con buona pace della separazione dei poteri. Intenzionale o meno che fosse il marchiano errore, destinato (alla stregua di altri, siffatti, non certo infrequenti nei titoli della stampa nazionale) a incidere subliminalmente sulla coscienza di un certo segmento dell’opinione pubblica particolarmente distratto, si e’ trattato nondimeno di un ennesimo. brutto esempio di come, attraverso i titoli, si faccia “informazione” qua da noialtri.
A circa due mesi dall'accordo UE sul "recovery fund", diradatisi ormai i fumi della conseguente sbornia (allegra per alcuni e triste per altri, come sempre accade) e nella lunga attesa che se ne veda la concretizzazione sonante, converrà concentrarsi sul meccanismo europeo di stabilità (MES), già fondo salva-stati. Se il dibattito attorno al "recovery fund" sarà il tormentone del nostro autunno post-elettorale, quello sul MES sarà infatti quantomeno un tormentino. Del MES si è sentito parlare moltissimo sin dall'insorgere della pandemia, quasi sempre a vanvera, con toni contrastanti ma altrettanto ideologizzati da parte delle avverse fazioni politiche. Per capirci qualcosa è necessario chiedersi cosa esattamente esso sia, a quali reali condizioni esso sia erogato, quale ne sia l'effettiva entità, e se l'accedervi sia o meno conveniente all'interesse del Paese. In seconda battuta è opportuno anche (e soprattutto) chiedersi quali siano le vere mot